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     PALERMO DAI MILLE SEGRETI:  COSA NASCONDONO QUEI BALCONI?                                                                                                                                                                                          Ci "osservano" dall'alto, silenti ed immobili, e neanche ce ne accorgiamo. Sono disposti in due gruppi di cinque ciascuno, a pochi metri di distanza tra di loro e reggono dei pesi sotto i quali sono parzialmente nascosti.  No, non sono alieni...ma occorre capire che Palermo ha la peculiare capacità di custodire segreti e tesori, anche tenendoli sotto gli occhi di tutti. Per scoprirli a volte basta semplicemente alzare lo sguardo e si noteranno subito, come in questo caso, dei  dettagli artistici veramente interessanti.  Siamo in pieno centro, in via Vittorio Emanuele, e per andare alla scoperta del primo gruppo occorre posizionarsi sotto il monumentale balcone che si trova quasi ad angolo con via Matteo Bonello. Fu per volontà
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                                                                               DAL FRAGORE ROVINOSO DELLE BOMBE   ALL'ARMONIA DELLE NOTE MUSICALI Oggi molti istituti scolastici palermitani hanno sede in edifici storici e spesso religiosi, che una volta ospitavano conventi e chiese annesse. Ma è anche accaduto che siano stati costruiti sulle loro rovine belliche, come nel caso del liceo musicale Guzzetta (succursale del più antico liceo siciliano, il Regina Margherita) - vedi foto di presentazione -  sito fra Via Seminario Italo Albanese e, appunto, piazza Guzzetta.  Ma bisogna precisare che i nomi delle strade su cui sorge l'istituto ricordano una parte della storia delle fabbriche sacre che qui esistevano. Occorre così tornare a diversi secoli addietro quando all'incirca dopo il 1534, come narra Gaspare Palermo, qui fu edificata la chiesa di S. Sofia dei Greci in cui si officiava regolarmente con il rito greco. Il fondatore fu il capitano greco Matteo Licardo, che alla
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                                                                                                            UN INTENSO ARDORE                                                                                       DIVENTATO IL NOME DI STRADE E DI CHIESE A volte il nome di una strada, che sembrerebbe buttato lì per caso, ha invece origini antiche e profonde. Ad esempio, il "fervore" , che etimologicamente proviene dal latino come significato di "bollore" o "calore" , è inteso come uno stato emotivo di ardore intenso .  Ma perché, a Palermo, questo fervore ha dato il suo nome ad una via, ad un cortile e perfino ad una chiesa? E con questa storia abbastanza complessa che vi narrerò, faremo insieme un piccolo viaggio in alcune zone della nostra città, nelle quali il  "fervore" ha lasciato delle concrete tracce.   Tutto nasce dalla fondazione, il 17 aprile 1628, della Congregazione di Maria Santissima del Fervore per volontà del gesuita Pietro Villa
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                                                   IL CARITATEVOLE CULTO DELLA MADONNA DEGLI ANNEGATI                                                                                                      (MARIA ANNIATA) A volte si transita davanti ad un monumento senza conoscerne la storia e senza quindi rendersi conto di quanto possa essere antico, magari anche di diversi secoli. In via Rocco Pirri, nei paraggi della Stazione centrale, si innalza la chiesa di Maria SS. dei Naufraghi o di S. Maria "anniata" (degli annegati), come viene chiamata dai residenti.   La sua fondazione risale probabilmente a tempi precedenti al 1493 in cui il suo nome, originariamente "San Cristoforo", appare per la prima volta nel "rollo dei tonni": un catalogo nel quale si elencavano le chiese che beneficiavano di tonni dalle tonnare palermitane. Inizialmente appartenne alla famiglia Bisso che in seguito la diede in concessione all'Unione dei Birri (Ministri di Giustizia). N
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                                                                        QUANDO SI VUOLE DIMENTICARE A TUTTI I COSTI Acquerello di Lionel Arthur Lindsay (1874-1961) in cui è visibile il prospetto originario della chiesa su piazzetta Brunaccini TESTO DI ILY CONT in cui si racconta la sofferta storia di un edificio sacro di cui si vuole cancellare anche la memoria.  Nel piano di Casa Professa, di fronte all'attuale pronao di accesso alla Biblioteca Comunale, nel 1714 la nobildonna messinese Lucrezia Brunaccini dei principi di S. Teodoro decise di fondare un "Conservatorio" che, diversamente da quelli in cui riparavano donne "traviate" e poi convertite, "ree pentite" o "male maritate", accoglieva giovani di "onesta estrazione", per preservarle dal peccato e dal vizio; il reclusorio fu detto delle "Vergini della SS. Trinità", ma comunemente chiamato "Conservatorio Brunaccini" dal nome della fondatrice. Qui le giovani
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                                                              A PALERMO LA CHIESA SCONSACRATA DIVENUTA MOSCHEA Foto d'epoca tratta dal web della chiesa sconsacrata di S. Paolino dei giardinieri Passeggiando per i vicoli di Palermo ci si può imbattere inaspettatamente in una vera e propria moschea . Siamo in piazza del Gran Cancelliere, ad angolo con via del Celso, facilmente raggiungibile da via Vittorio Emanuele imboccando il vicolo del Gran Cancelliere accanto a palazzo Riso. Si tratta dell' ex chiesa di S. Paolino da Nola dei giardinieri (o degli ortolani) che già dal 1990 - dopo la concessione della Curia alla Regione Siciliana per volere dell'allora cardinale Salvatore Pappalardo - è divenuta moschea. Ma forse la sorpresa potrà durare soltanto alcuni istanti perché sappiamo bene come la nostra terra di Sicilia sia stata nei secoli luogo di integrazione fra le culture dei vari popoli che l'hanno attraversata, occupata o abitata. Nel nostro caso, forse più unico che