UN SOCCORSO ELARGITO MA NON OTTENUTO

Magari anche transitando da corso Tüköry verso la Filiciuzza, se si volge lo sguardo a destra in via Corrado Avolio subito dopo le case popolari, in fondo alla strada - che poi cambia il nome in via Michele Del Giudice - si può notare il rudere della chiesa di Maria SS. del Perpetuo Soccorso.

La storia di questa chiesa parte da lontano quando, come racconta il Mongitore, esisteva  l'immagine della Madonna del Soccorso dipinta sulla parete esterna dell'abitazione di tale mastro Bartolo Di Caccamo, venerata come dispensatrice di miracoli sin dal 2 agosto del 1575.

In suo onore, in quell'anno ed in quel luogo, fu edificata una chiesa affidata alla Confraternita dei Ss. Barbara e Teodoro al fine della coltivazione del culto e dell'amministrazione delle rendite. 

Contiguo alla chiesa, nel 1599 i Carmelitani fondarono il loro quarto convento ottenendo in concessione il piccolo edificio sacro. Ma nel 1775, ritenuto "piccolo e di poca famiglia", il conventino venne soppresso per mancanza di rendite ed i frati si trasferirono nel convento del Carmine. 

Dopo l'abbandono, l'edificio divenne un rifugio notturno con cameroni separati per i poveri di entrambi i sessi fornendo loro la mensa nei freddi giorni invernali. Nel 1851 vi fu fondato, dal sacerdote Filippo Bertone (cappellano della chiesa di S. Nicolò all'Albergheria), un rifugio per ragazze povere che fruiva di donazioni pubbliche e private. Tanto che vi furono aggiunte altre costruzioni e perfino un'elegante villetta. Le suddette donazioni furono destinate anche alla ristrutturazione della chiesa per riaprirla in annessione al rifugio; considerato che, essendo chiusa da tempo, mostrava segni di crollo. Purtroppo sia le elargizioni che la disciplina nel tempo diminuirono notevolmente e così nel 1867 il rifugio fu abolito e le poche ragazze rimaste furono trasferite all'ospizio di Malaspina. L'ex convento fu dunque destinato esclusivamente a ricovero notturno dei poveri e in seguito trasformato in case di abitazione.





Ma l'antico culto per la Madonna del Soccorso, iniziato a Palermo nel 1306 con l'apparizione della Vergine al padre agostiniano Nicola La Bruna, affetto da un male insanabile, proseguiva incessantemente. Nel 1881 la principessa di Santa Ninfa, Maria D'Arpa, a proprie spese incaricò il maestro Giuseppe Genovesi per la ristrutturazione del simulacro mariano.

Nel 1906 la principessa, insieme alla famiglia De Mattei, promosse la fondazione di una nuova confraternita maschile e femminile intitolata a Maria SS. del Perpetuo Soccorso e di S. Alfonso M. dei Liguori sotto il rettorato del sacerdote Gaetano Abbruscato, essendosi sciolta la primitiva confraternita probabilmente già dal 1775 con l'abolizione del conventino. 

Purtroppo, con il piano di risanamento del quartiere, nel 1937 la chiesa venne demolita per la costruzione di una nuova strada la quale, però, non venne mai realizzata.

Rimane la piccola abside sulla quale di recente l'artista torinese Filippo di Sambuy ha realizzato un mosaico rappresentante S. Rosalia.

La confraternita, che organizzava la festa nella terza domenica di giugno, oggi ha sede presso la Chiesa di S. Nicolò di Bari all'Albergheria in cui è conservata la bellissima statua della Madonna del Soccorso proveniente dalla demolita chiesa. 



Giusi Lombardo

Scrittrice e blogger per la profonda e innata passione verso la mia città, Palermo. Mi piace raccontarla soprattutto nei suoi aspetti meno conosciuti, osservando e ricercando le tracce dei monumenti più abbandonati e spesso dimenticati che silenziosamente "gridano" la loro storia a chi sa ascoltarla.

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