CHIESE SCOMPARSE E MESTIERI DI UNA VOLTA: MEMORIE ED EREDITA'

                                                Immagine d'epoca della chiesa della Santa Spina, a destra nella foto.

N.B.: le immagini storiche qui pubblicate sono state tratte dal gruppo facebook "Palermo di una volta".

Sapete chi erano i "mastri stazzunara"? Come sappiamo, con il termine "mastru", in dialetto palermitano si intende un maestro artigiano e gli "stazzunara" erano maestri nella realizzazione di vasellame e stoviglie di terracotta. 

Diverse loro fabbriche esistevano anche in quella che attualmente si chiama via Stazzone, tra via Oreto e via Guadagna, poiché la vicinanza al fiume rendeva agevole l'estrazione dell'argilla per la lavorazione dei loro manufatti.

                                                                            

                                                                                          L'odierna via Stazzone


Ma la zona storica dei mastri stazzunara, prima del taglio di via Roma, si trovava tra le attuali via Milano, Gorizia e Torino, fino in via Montesanto. Nella grande area del rione Stazzone, come era usuale ai tempi, esistevano diversi cortili.                                                                

Immagine storica del cortile Montesanto allo Stazzone
Cortile Gangazza allo Stazzone
Foto di Emanuele Giannone tratta dal volume "Il taglio di via Roma" di Mario Giorgianni
                                                                
                                                  Cortile S. Rosalia allo Stazzone Foto di Emanuele Giannone                                                           
                                                  Cortile Valvo in via Stazzone Foto di Emanuele Giannone
                                                                        
                           La scomparsa via Stazzone nel rione omonimo ad angolo con cortile Montesanto

 Anche i mastri stazzunara, come tante altre tipologie di artigiani qui a Palermo, avevano una propria Confraternita, sorta nel 1700 come Compagnia degli Artisti e Mastri Stazzonari, sotto il titolo della Santa Spina, in un oratorio del convento della Chiesa del Carmine maggiore a Ballarò, all'epoca in uso della Congregazione del Venerdì. 

Il titolo della Compagnia era dovuto al fatto che essi custodivano la reliquia di una delle spine della corona di Gesù, giunta in città nel 1219 tramite S. Angelo Carmelitano, tornato da uno dei suoi viaggi. Grazie ai fondi raccolti con una pubblica colletta, nel 1706 costruirono una propria chiesa e l'anno dopo, il 4 gennaio 1707, la aprirono al culto. La chiesetta fu edificata nelle vicinanze, nella zona dell'odierna via Torino, e naturalmente le fu dato il nome di "Santa Spina".

Era un edificio sacro semplice e spoglio di ricchezze artistiche, nato con il solo fine dell'adorazione della sacra reliquia. Tempo dopo la Confraternita si estinse e la chiesa fu abbandonata per poi essere riaperta al culto, dopo il 1860, dalla Confraternita di Maria Santissima dei Sette Dolori (o dell'Addolorata).

Ma, con il taglio di via Roma del 1922, la chiesa fu demolita e la Confraternita dell'Addolorata si trasferì prima in un magazzino nei pressi dell'Oratorio delle Dame al Giardinello e poi nella chiesa di Maria SS. dell'Annunziata al Giglio - che si trova, in stato di abbandono, nel vicolo del Giglio. Alla fine, anche la Confraternita dell'Addolorata si estinse.
                                                                
Oratorio della Congregazione delle Dame al Giardinello
Chiesa di Maria SS. dell'Annunziata al Giglio 

Vi chiederete quale fu invece la sorte della Santa Spina. Ebbene, la sacra reliquia venne portata di nuovo nella chiesa del Carmine Maggiore, in cui si trova a tutt'oggi ed in suo onore vengono celebrate delle funzioni, in concomitanza con la festa del 5 maggio di uno fra i primi Santi della famiglia carmelitana, S. Angelo di Gerusalemme sacerdote e martire, al quale si deve l'arrivo della sacra reliquia a Palermo.      
                                                                        
                                                              
Della demolita chiesa della Santa Spina rimane invece il nome nei luoghi in cui essa si trovava: una piazzetta che si estende in via Torino ed una via che qui si diparte per arrivare al vicolo S. Rosalia, quest'ultimo a ricordo dell'omonima chiesa, anch'essa abbattuta per il taglio di via Roma. 
                                                                    

                                                                             Chiesa di S. Rosalia allo Stazzone

In via Santa Spina tuttavia esiste un'edicola votiva del 3 di luglio del 1927, rinnovata di recente e dedicata al Volto Santo di Gesù incoronato di spine, la cui lapide recita che "Il Cardinale Lualdi concede 200 giorni di indulgenza a chi recita un Pater innanzi a quest'immagine".
                                                                        
                                                                            
Una storia di attività artigianali, di confraternite e di chiese scomparse che comunque hanno voluto lasciare le loro palpabili tracce nella memoria storica della nostra città.
Giusi Lombardo

Scrittrice e blogger per la profonda e innata passione verso la mia città, Palermo. Mi piace raccontarla soprattutto nei suoi aspetti meno conosciuti, osservando e ricercando le tracce dei monumenti più abbandonati e spesso dimenticati che silenziosamente "gridano" la loro storia a chi sa ascoltarla.

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Commenti

  1. Interessantissima storia della Palermo che fu GRAZIE

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  2. Sempre scoperte interessanti e suggestive grazie Giusy ,

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  3. un grazie di cuore mi rinfreschi l'anima con le sue ricerche,

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