QUANDO LA PASSIONE FA MIRACOLI: 

                                                    LA NUOVA VITA DI PALAZZO MARCHESE - EX CORRERIA

                                                                        

                                                                               

                                                                            

Fra i suoi numerosissimi impegni, Simona Savona è riuscita a trovare un momento per me. Solo poco tempo, ma un gesto che ha compiuto generosamente per aprirmi le porte e mostrarmi la sua creatura. Una creatura sofferta, ritornata alla luce dopo 10 anni di duro lavoro e di inenarrabili sforzi sotto tutti i punti di vista. Ho così potuto apprezzare il risultato del restauro di un edificio storico a lungo abbandonato. 

Un lavoro compiuto con passione, tenacia e competenze imprenditoriali e tecniche insieme ad uno sparuto numero di altri proprietari, come l'ing. Salvo Marino - poi progettista - e come l'arch. Amato - poi direttore dei lavori.

Eccolo qui: palazzo Marchese ex Correria, nell'omonimo vicolo a Palermo, proprio a due passi dalla chiesa di S. Francesco di Assisi e della famosa dirimpettaia "Antica Focacceria S. Francesco".

                                                                                

 Foto di Simona Savona

Parlo di sforzi enormi a ragion veduta, senza esagerare, perché per far risorgere un immobile storico che era diventato uno spettro, invaso dai clochard e prescelto dai ratti per le loro scorrerie, non necessita soltanto un capitale cospicuo e delle ottime maestranze, ma la capacità di riuscirsi a divincolare fra le mille ragnatele burocratiche che questo settore purtroppo comporta. 
Ma lei è un'imprenditrice nata e, con il sostegno del papà imprenditore al suo fianco che la incoraggia, la consiglia e la conforta, la nostra Palermo può gioire insieme ai suoi cittadini di essere ritornata in possesso di una parte della sua storia in modo visibile e tangibile. 
Chiaramente, di un edificio storico che stava cadendo a pezzi si è cercato di salvare il salvabile. Ma ogni piccolo intervento è stato eseguito al fine di conservare la memoria di ciò che fu e dell'importanza che rivestì palazzo Marchese.
                                                                                    

E, a questo punto, ascoltiamo la storia che ci racconta questo monumento. Lasciamogli la parola.


Il mio nome oramai lo conoscete tutti, perché è posto in bella vista accanto al mio portale d'accesso: sono palazzo Sollima-Marchese e mi pregio di essere stato sede del primo servizio postale a Palermo, ovvero sede della ex Correria dal 1701 al 1734. 
In un certo qual modo, al mio interno sono stati presenti gli antenati dei moderni canali di comunicazione, quelli che per esempio adesso si chiamano: posta elettronica, whatsapp, messenger e via dicendo.
Infatti, prima del 1549, il servizio postale in Sicilia era inesistente e, per inviare lettere e pacchi, ci si organizzava come si poteva. 
Ma proprio nel 1549 l'imperatore Carlo V decise di attivarlo, concedendolo ad un aristocratico aragonese: Don Francisco de Capata (o Zapata), con l'assegnazione della nomina di "Magister postarum et tabellarorium". 
Insomma, una bella responsabilità per il novello "Maestro della posta e dei portalettere", considerato che le strade dell'isola erano soprattutto trazzere e mulattiere (quando c'erano). Don Francisco esercitò la sua attività a Messina ma, avendo ottenuto la nomina in forma ereditaria, alla sua morte - seguita da quella del figlio Diego che frattanto si era trasferito a Palermo - nel 1624 l'ufficio pervenne alla vedova di Diego: Vittoria de Tassis, al costo di 49.000 ducati castigliani.
Donna Vittoria, oltretutto, discendeva da Francesco de Tassis, che nel 1516 era stato nominato da Carlo V "Maestro delle Poste Imperiali della Casa d'Asburgo". Nonostante ella fosse stata nominata "in perpetuo", la Regia Corte aveva fiutato l'affare e quindi aveva posto una clausola, con la quale si riservava il riscatto della concessione dietro restituzione alla titolare della suddetta somma. 
In seguito, nel 1709, fu il duca di Saponara Vincenzo Di Giovanni e Napoli ad ereditare l'ufficio e nel 1731, quando sua figlia Vittoria sposò il quinto principe di Villafranca Domenico Alliata, automaticamente l'ufficio passò alla famiglia Alliata. 
Nel 1734 i principi trasferirono la sede della Correria nel loro palazzo a piazza Bologni. Dopo di essi, che furono gli ultimi "Maestri di posta", nel 1786 il servizio divenne statale con il governo borbonico; il quale, per la restituzione della cifra contrattuale versata all'epoca da Donna Vittoria de Tassis, fece penare non poco gli aventi diritto, finché non riuscirono finalmente ad ottenerla nel 1834.
Dal 1786 il servizio fu svolto in una costruzione contigua alla chiesa di S. Cataldo a piazza Bellini. Poi, nel 1875, tornò a piazza Bologni nella ormai non più esistente chiesa di S. Nicolò, detta del Carminello. Infine nel 1934, fu inaugurato l'attuale Palazzo della Posta Centrale in via Roma. 
Dopo avervi raccontato le vicende e la storia del servizio postale a Palermo, mi presento un pò meglio. Inizialmente ero la dimora della famiglia Sollima, baroni di Castania, per poi passare nel Settecento a Placido Marchese e Strazzeri che svolse le mansioni di corriere maggiore. Della famiglia Marchese, altri componenti furono luogotenenti postali, nei periodi in cui il servizio postale era nelle mani del duca di Saponara e dei principi di Villafranca, suoi eredi. 
Nel 1734, finita l'attività di posta al mio interno, divenni la dimora di Francesco Cutelli marchese di Rajata e poi mi abitarono diverse famiglie aristocratiche che modificarono il mio originario aspetto architettonico.


Ma ancora oggi, grazie ai sapienti interventi di restauro, mostro la mia finestra in stile gotico-catalano, il mio arco a sesto acuto ed il mio colonnato con i suoi capitelli che si affaccia sul cortile. 
                                                                              Foto di Simona Savona


 Foto di Simona Savona


Dalle mie aperture dell'ultimo piano il fantastico panorama si apre fino alle cupole delle chiese di S. Giuseppe dei Teatini e di S. Caterina d'Alessandria sullo sfondo di Monte Cuccio. 


Mentre la vista dalle finestre sul vicolo dei Corrieri, una volta "dell'arpa" e ancor prima "vanella di Bonetta" (per via della presenza di palazzo Bonet alla fine del vicolo) mi ricorda quanto ero importante quando piazza Cattolica si chiamava "piano della Correria".


Nella mia parte adiacente, Simona ed una sua amica hanno ristrutturato con tanto amore l'antico baglio, rendendolo un delizioso angolo intimo e tranquillo.


Ma io conserverò sempre, nei miei più bei ricordi, il movimento dei corrieri a cavallo sul ciottolato d'epoca, ancora oggi esistente, che transitavano dal mio ampio portale ritornato oggi felicemente al suo antico splendore. 

                                                                              
Giusi Lombardo

Scrittrice e blogger per la profonda e innata passione verso la mia città, Palermo. Mi piace raccontarla soprattutto nei suoi aspetti meno conosciuti, osservando e ricercando le tracce dei monumenti più abbandonati e spesso dimenticati che silenziosamente "gridano" la loro storia a chi sa ascoltarla.

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Commenti

  1. Finalmente un restauro fatto con amore e passione.Brava Simona,metti sempre il cuore nel lavoro come nell':amicizia.E i risultati sono sempre stupefacenti,come in questo caso,dove ti sei superata....

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    1. Se un'azione sgorga da slanci di sentimenti puri nascono sempre buoni frutti. Ancora congratulazioni a Simona e a tutto lo staff!

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  2. Bellissimo articolo Giusi, come sempre impeccabile e grazie alla signora Savona di averci restituito un gioiello

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    1. Grazie infinite cara Mirella e mi associo alle meritatissime congratulazioni verso Simona!

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  3. Sono Francesca Gambino.... Che dire nel vedere queste immagini mi sono.emozionata nel carpire con quanta dedizione e passione il tutto è risorto

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    1. Benvenuta Francesca, sono felice che tu abbia potuto emozionarti alla rinascita di questo bene che sembrava perduto. Grazie!

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  4. bellissimo articolo e complimenti per l'ottimo restauro..Palermo puo' risorgere

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    1. Grazie a te, molto gentile. Questa è la Palermo che ci piace!

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  5. Bravissima Giusy leggere questo articolo è stato emozionante

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    1. Ti ringrazio, è un monumento che trasuda vita vissuta e storia da ogni dove.

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  6. Sempre brava Giusy , eccellente articolo

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  7. Articolo interessantissimo. Complimenti!

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