IL "GIARDINO SEGRETO" SVELATO

                                                                        

Come dicevo in un altro mio scritto, il nome delle strade è spesso rivelatore di realtà storiche del passato. Tante targhe toponomastiche hanno solleticato la mia curiosità ed una di queste riguarda il vicolo Infermeria dei Cappuccini nel quartiere Albergheria.

Intanto facciamo un passo indietro per andare alla scoperta del significato del nome "Cappuccini" riguardo all'ordine dei frati minori francescani. Dalla storia abbiamo appreso che a volte lo spirito iniziale delle regole dei fondatori degli ordini religiosi si perdeva nei secoli. Cosa che accadde anche con la regola di San Francesco; il cui rispetto, nel Cinquecento, parve distaccarsi dai cardini di povertà, penitenza e solitudine sui quali era sorta. E così Matteo da Bascio, frate francescano osservante nonché sacerdote ordinato nella regione delle Marche, insistette non poco presso i suoi superiori affinché si ritornasse al ripristino dello stile di vita originario voluto da S. Francesco. 

Naturalmente incontrò molte opposizioni; tanto che, insieme ai suoi seguaci, fu costretto a fuggire per scampare all'arresto. Siamo nel 1525 e dobbiamo considerare che in quel periodo era già avvenuto lo scisma protestante; per cui le autorità ecclesiali non gradivano affatto alcuna innovazione. Anche se, a dirla tutta, più che di una novità si trattava di un ritorno alla primitiva regola francescana. Ma purtroppo fu quella la cattiva interpretazione dei loro intenti ed i fuggitivi frati furono accolti dai monaci camaldolesi dell'Ordine di S. Benedetto. Da quel momento i frati francescani, per riconoscenza verso tanta generosità - similmente ai loro usi - portarono la barba  e vestirono il cappuccio, emblema dell'eremitaggio nelle Marche. 

                                                                    


Finalmente, nel 1528, papa Clemente VII emise in loro favore la bolla " Religionus zelis" tramite la quale frà Matteo e i suoi compagni poterono vivere da eremiti e predicare ai poveri. Una volta riconosciuto ufficialmente, l'ordine minore dei frati cappuccini si espanse e si diffuse rapidamente arrivando a Palermo nel 1534. Questo zelo nel prendersi cura dei più poveri e degli ammalati riscosse tanto favore ed approvazione e nel 1546 il Senato di Palermo concesse loro alcuni fabbricati adiacenti a palazzo Sclafani, allora già sede dell'Ospedale grande, in cui i fervorosi Cappuccini realizzarono un'infermeria.


 In seguito, nel 1622, Marco Mancini barone dell'Ogliastro costruì per la loro opera una sede più ampia, collegandola appositamente a palazzo Sclafani attraverso un passaggio elevato sostenuto da due archi, tuttora esistente. E qui nacque il "giardino segreto", proprio nel chiostro del Convento seicentesco dei Frati minori cappuccini sito fra via Biscottari, vicolo Brugnò e vicolo San Tommaso dei Greci. Il complesso della Casa S. Francesco, che aveva funzioni infermieristiche, era enorme; infatti copriva una superficie di oltre 3000 mq. Uno dei suoi probabili portali di ingresso si può ancora notare, ormai distaccato, in via del Fondaco a palazzo Reale.


I frati realizzavano i farmaci con le proprie mani, servendosi delle erbe che coltivavano nel giardino ed uno dei mortai che essi usavano oggi viene utilizzato come fontana.



Le celle, umili e semplici, si trovavano ai piani superiori e dalla terrazza si può ammirare una magnifica veduta. 




Una delle celle si apre esattamente sul famoso ponticello che collega la struttura con palazzo Sclafani. Quest'ultimo, nel 1860, era il quartier  generale dei soldati borbonici e si racconta che i garibaldini, dopo essersi introdotti nell'Infermeria, attraversarono il ponticello per cogliere i nemici alla sprovvista conquistando il piano del Real Palazzo. 



Nel 1866, come sappiamo, avvenne la soppressione degli ordini religiosi e l'infermeria fu abolita. Ma tre anni dopo i Cappuccini si presentarono con altra identità presso il Demanio e la riacquistarono. Nel 1895 vi sorse il Collegio delle missioni di S. Francesco, ad opera del padre provinciale Francesco Riela. Purtroppo l'edificio fu parzialmente bombardato durante l'ultimo conflitto bellico, ma si intervenne sui danni nell'immediato dopoguerra creandovi la Casa di riposo S. Francesco d'Assisi. A tutt'oggi lo spirito della dedizione ai bisognosi non si è interrotto, poiché in tempi recenti è stato gestito dal Comune come casa famiglia e, attualmente, dalla Cooperativa Sociale Rigenerazioni Onlus per accogliere persone in difficoltà.

Ritornando al chiostro con il suo giardino, esso è stato nettamente modificato dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Da pochissimo tempo vi si è attuato un meraviglioso progetto gestito da "Cotti in fragranza", un'azienda sociale che si avvale della collaborazione di ragazzi ex detenuti offrendo loro la possibilità di un riscatto per il futuro. E' stato trasformato in bistrot all'aperto in cui si possono anche acquistare ottimi prodotti, come biscotti o snack salati, realizzati dagli stessi ragazzi.





Il nuovo volto di Casa S. Francesco e del suo "giardino segreto" ormai svelato continua ad emanare, ancora oggi, il suo fascino senza tempo.

Giusi Lombardo

Scrittrice e blogger per la profonda e innata passione verso la mia città, Palermo. Mi piace raccontarla soprattutto nei suoi aspetti meno conosciuti, osservando e ricercando le tracce dei monumenti più abbandonati e spesso dimenticati che silenziosamente "gridano" la loro storia a chi sa ascoltarla.

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Commenti

  1. Giusi grazie di vero cuore, leggere i tuoi articoli e' sempre un grande piacere . Bravissima

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  2. Giusi,io non sono di Palermo ma bensì di Monreale.Io amo profondamente la Storia di questa Splendida città, chiaramente mi riferisco ai secoli scorsi e mi piace molto leggere la Sua Storia.Grazie per quegli ..Anedoti..di cui tu ci parli . Grazie!

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    1. Monreale e Palermo storicamente sono abbastanza legate sin dalle epoche più remote. Ti ringrazio per il tuo apprezzamento, molto gentile.

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