PASSANO I SECOLI ED A PALERMO UN CONVENTO DIVENTA SEDE DELLA QUESTURA 

                                                                    

Una volta la vasta area di piazza della Vittoria, in cui si trova villa Bonanno, si chiamava Piano del Real Palazzo in riferimento alla presenza del Palazzo Reale, e la sua antichissima storia risale ai tempi della fondazione di Palermo. 

                                                                            


Storia antica, ma anche complicata e, per molti versi, ancora misteriosa. Difficile raccontarla in poche righe, per cui ne ricorderemo rapidamente solo alcuni punti. Sappiamo dei ritrovamenti archeologici di case romane in una parte di essa e sappiamo delle 12 fosse granaie per conservare i cereali di cui ne rimane una soltanto, recintata ma ben visibile. 

                                                                        

                                                                                                                              
                                                                
Sappiamo che vi si trovavano diverse chiese, poi demolite: S. Giovanni Battista la Galca (termine che in arabo significa  "recinto", in riferimento all'area di Palazzo Reale e delle varie fabbriche adiacenti, che era ubicata al centro della parte più antica di Palermo, la  Paleopoli, ed identificabile nell'odierna Piazza del Parlamento), S. Maria della Pinta, S. Costantino de Plano, S. Nicolò de Plano, S. Barbara la Soprana.
Esiste ancora, ai margini, lo splendido Oratorio di S. Elena e Costantino. Come esiste, ad esso adiacente, il monastero di S. Elisabetta oggi sede della Squadra Mobile della Polizia di Stato.
                                                                                

Nello spazioso piano furono organizzate, nel 1892, perfino delle corride.
                                                                            
Foto storica Cav. E. Interguglielmi
tratta da http://www.historyphotography.org/doc/INTERGUGLIELMI_.pdf

 E comunque, sappiamo pure che nel Cinquecento qui si trovavano i quartieri militari spagnoli per difendere il Palazzo Reale. Sappiamo che la villa venne realizzata nel 1905 su progetto dell'architetto Damiani Almeyda e dedicata al sindaco di Palermo Pietro Bonanno (in carica dal 1904 e deceduto proprio nel 1905). Di Pietro Bonanno esiste un busto nella stessa villa, ad opera di Domenico Costantino. Sappiamo di Porta Nuova, della Cittadella militare e delle sue chiese, del Palazzo arcivescovile e di Palazzo Sclafani, Ospedale grande e nuovo dal 1439 per opera di frà Giuliano Majali e poi divenuto ospedale Civico. Insomma, chi più ne ha più ne metta. Ma oggi ci soffermeremo su un altro punto di questa area: quello dell'attuale sede della Questura. Ma cos'era prima questo grande edificio? Adesso andremo a scoprirlo. 
Sin da epoche lontanissime, probabilmente normanne, proprio in questo punto fu edificato un tempio a tre navate, con sei colonne ed otto archi, come lo descrisse Gaspare Palermo. Non si conosce molto di questa chiesa, poi quasi del tutto distrutta durante i bombardamenti del 1943. 
                                                                          
immagine tratta da http://www.lionspalermodeivespri.it/wordpress/tag/cappella-della-soledad/

Ma si sa che fu intitolata a S. Demetrio e che appartenne alla "nazione dè Greci", come riporta Francesco Maria Emanuele e Gaetani, marchese di Villabianca. Forse in principio era la parrocchia dei notabili greci della corte normanna. In seguito fu di spettanza di quattro maestranze: sellari, guarnamentari, abbudaturi e cinturinari che si occupavano di realizzare prodotti e finimenti per carrozze e cavalli da tiro.
Nel 1589, essendo già in città dal 1580, i padri della Redenzione dei Cattivi dell'Ordine della Trinità la ottennero dall'arcivescovo Marullo tramite il beneficiale della chiesa Giacomo Granbartolo. I padri Trinitari insistettero parecchio per la concessione di una nuova sede, in quanto scontenti di quella originaria ad essi assegnata. Ossia della chiesa, anch'essa bombardata nel 1943, di S. Lucia al Molo, che ritenevano troppo distante dal centro urbano. Quindi fecero edificare nella chiesa di S. Demetrio, adiacente alla loro casa conventuale, la cappella della Madonna della Soledad, ancora visitabile perché miracolosamente scampata ai bombardamenti.   
 Abbiamo detto che nel piano del Real Palazzo in quel periodo si trovavano i quartieri militari spagnoli ed evidentemente i padri Trinitari avevano stretto un legame di buon vicinato con i residenti di origine iberica. Tanto da dedicare, nella loro chiesa che intitolarono alla SS. Trinità, la cappella alla Madonna della Soledad molto venerata in Spagna, in cui fu collocata una statua lignea dell'Addolorata fatta pervenire da quella nazione.                                                                                                                                                                      
                                                                                                                                                                                                                                                                   
Inoltre fecero affiggere, sulla parete esterna esterna della chiesa, un bassorilievo di marmo ancora visibile che la rappresenta tipicamente inginocchiata ai piedi della Croce.                                                                            
In questo sacro luogo, nel 1590, fu fondata quella che è la più antica confraternita di Palermo: Nostra Signora della Soledad. Cominciarono così le processioni del Venerdì Santo secondo l'uso spagnolo, con i confrati che si flagellavano, pregando e lamentandosi lungo il percorso. La Confraternita, con il trascorrere del tempo e l'indebolimento della devozione, si sciolse per poi ricomporsi nella chiesa di S. Anna li Calzettieri in Rua Formaggi, in cui si trova ancora adesso un'edicola dedicata alla Madonna della Soledad.
                                                                            
La sua odierna sede è la chiesa di S. Nicolò da Tolentino in via Maqueda e le processioni da essa organizzate sono sempre molto suggestive, ma ovviamente senza più flagellanti e lamentosi penitenti. A tutt'oggi la cappella della Madonna della Soledad è di pertinenza spagnola.
Invece il contiguo convento dei padri Trinitari, attuale sede della Questura di Palermo, nel 1866 fu acquisito dallo Stato per via della legge sulla soppressione degli ordini religiosi. Inizialmente fu sede provvisoria degli uffici della Questura, per poi diventarlo definitivamente nel 1929, a seguito di una delibera della Provincia di Palermo del 1924 che ne permise l'ingrandimento e la ristrutturazione. Vi si accede dalla Salita Antonio Manganelli, Prefetto della Repubblica e Capo della Polizia dal 2007 al 2013. 
 L'inizio della salita è composto da due rampe di scale opposte lateralmente, al cui centro campeggiano due bassorilievi cinquecenteschi raffiguranti ognuno un grifone alato, mitologicamente l'emblema della custodia e della vigilanza. Provengono dalla chiesa di S. Sebastiano alla Cala ed una lapide specifica che vi sono stati posti "Ad onore e perenne memoria dei Caduti della Polizia di Stato". 
                                                                                


 Sulla facciata dell'edificio ecco lo stemma di Palermo, l'aquila, che sembra sorvegliare su tutto il piano. 
                                                                            
                                                                                    


All'ingresso, sormontato da due colonne marmoree, un portone ligneo presenta due possenti battiporta metallici ad anelli riportanti le iniziali incrociate Q R (Questura della Repubblica). 
                                                                                


Sul pavimento, l'accesso è preceduto da un pozzetto in ghisa di epoca fascista. 

Entrando si nota subito che, con i vari rimaneggiamenti, poco è rimasto dell'originario aspetto di questo edificio; tranne il chiostro che ha conservato tutto il suo fascino. Fra gli archi che lo circondano, zampilla una piccola fontana ed un bassorilievo cinquecentesco - affisso ad una delle pareti oltre gli archi - rappresenta S. Giorgio (patrono delle Forze Armate) nell'atto di sconfiggere il drago: dedica della Questura ai suoi Caduti. Il bassorilievo proviene dalla scomparsa chiesa di S. Giorgio all'Arsenale. Sulla stessa parete, come le altre ormai priva degli originari affreschi dei Santi dell'Ordine dei Trinitari, delle lapidi ricordano i nomi dei poliziotti vittime di Cosa nostra.
                                                                                
        
                                                                                

                                                                                    
 In occasione delle visite al pubblico è stato creato un angolo in cui è stata posizionata la scrivania originale di Boris Giuliano, l'ufficiale di polizia ucciso dalla mafia nel 1979. 
                                                                               

Un edificio storico e religioso appartenuto ai padri Trinitari, Redentori dei Cattivi, che pare vi abbiano lasciato in qualche modo il segno della loro missione. 
Ringrazio l'Assistente Capo Dott.ssa Agata Privitera per le spiegazioni esaustive che hanno reso la visita un momento indimenticabile di storia, arte e cultura. 

Giusi Lombardo

Scrittrice e blogger per la profonda e innata passione verso la mia città, Palermo. Mi piace raccontarla soprattutto nei suoi aspetti meno conosciuti, osservando e ricercando le tracce dei monumenti più abbandonati e spesso dimenticati che silenziosamente "gridano" la loro storia a chi sa ascoltarla.

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Commenti

  1. Complimenti! Recentemente avevo sentito parlare di questa cittadella, inglobata nella questura. Sarebbe interessante organizzare una visita guidata, ovviamente contingentata, che ne consenta la fruizione ai palermitani innamorati di Palermo! Grazie

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    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    2. Buongiorno e grazie infinite. Ma se stai parlando della cittadella militare che ho citato nel pezzo, non si tratta della Questura ma dell'area oltre palazzo arcivescovile che si estende lungo un tratto di Corso Alberto Amedeo. E' stata resa visitabile in diverse occasioni, per visitare le chiese al suo interno. Grazie a te per la cortese attenzione.

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  2. Complimenti vivissimi per la tua ricerca e per avermi fatto conoscere questa realtà di Palermo che amo tantissimo.

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    1. Grazie a te per il tuo gentilissimo interesse ed amore per la nostra bella città.

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  3. Giusi leggendo i tuoi articoli ho sempre una visione più chiara . Brava

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    1. Beh, la storia del piano del Real palazzo è davvero complessa. Però almeno qualche cenno occorre ricordarlo. Grazie infinite.

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