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                               L'ULTIMO RICORDO DI UNA CHIESA DEMOLITA PER LA COSTRUZIONE DEL BANCO DI SICILIA                                                                                           Palermo stupisce perfino in fatto di toponomastica e non è raro interrogarsi, specialmente nel centro storico, alla vista di una targa recante una denominazione apparentemente strana e incomprensibile. In via Vittorio Emanuele esiste una piccola strada traversa:  via Visita Poveri . Questa viuzza sfocia nella piazzetta omonima la quale, a sua volta, si affaccia in piazza Cassa di Risparmio. Scoprii questi luoghi tempo fa, per via della farmacia in loco, ed il loro nome suscitò subito la mia curiosità. Ma ne fui anche attratta per la presenza di una bella edicola votiva d'epoca dedicata a Sant'Antonio di Padova.                                                                                                Si tratta oramai dell'ultima testimonianza della  chiesa della Congre
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                            I L PICCO LO CAMPANI LE DE L LA CHIESA "RU BAMMINU" SVETTA ANCORA VERSO  L'A LTO                                                                                    Il piccolo e coraggioso campanile della chiesa comunemente chiamata "del Bambino" svetta ancora verso l'alto come per ricordare, a chi transita in via Montepellegrino, i tempi in cui i rintocchi delle sue campane risuonavano nel quartiere palermitano, accompagnando la vita quotidiana dei residenti dal mattino alla sera e scandendo i momenti festosi e tristi delle celebrazioni religiose. Con un po' di sforzo e attenzione sulla facciata del tempio si legge ancora l'epigrafe "Jesu Parvulo" (dedicato a Gesù Bambino) e l'anno dell'ultima ristrutturazione "Anno Domini MDCCCXCV" (anno del Signore 1895).                                                                                            Mi sarebbe piaciuto visitare questa chiesa ai tem
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                    NASCOSTO SOTTO  LA CHIESA DI S. AGATA  LA PEDATA RIEMERGE UN MISTERO SEPO LTO DA SECO LI                                                                                                  La storia che vi racconto qui di seguito è la prova di come da uno spunto, una traccia o un filo sottile possa aprirsi un mondo intero e possano essere portate alla luce vicende, monumenti e siti dimenticati. O addirittura, nel nostro caso, letteralmente sotterrati. Dobbiamo la geniale intuizione a Eugenia Manzella del  Club Alpino Italiano  che nel 2005, in un vecchio articolo apparso il 13 febbraio 1861 sul giornale "La Nuova Sicilia", lesse che era stata scoperta una via sotterranea durante degli scavi nel giardino dell’ex convento di Sant'Antonino a Palermo. Questo camminamento si dirigeva verso la chiesa di Sant'Agata la pedata, ma già allora non era stato possibile proseguire le indagini a causa dell'ingente ingombro di terra. L'autore ottocentesco del
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         PASSANO I SECO LI ED A PA LERMO  UN CONVENTO DIVENTA SEDE DE L LA QUESTURA                                                                                       Una volta la vasta area di piazza della Vittoria, in cui si trova villa Bonanno, si chiamava Piano del Real Palazzo in riferimento alla presenza del Palazzo Reale, e la sua antichissima storia risale ai tempi della fondazione di Palermo.                                                                                                 Storia antica, ma anche complicata e, per molti versi, ancora misteriosa. Difficile raccontarla in poche righe, per cui ne ricorderemo rapidamente solo alcuni punti. Sappiamo dei ritrovamenti archeologici di case romane in una parte di essa e sappiamo delle 12 fosse granaie per conservare i cereali di cui ne rimane una soltanto, recintata ma ben visibile.                                                                                                                                           
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PALAZZO CUTO': UN CANTIERE DURATO UN SECOLO RIMASTO NELLA STORIA DEI DETTI POPOLARI L'arco di Cutò è molto conosciuto dai palermitani quale accesso diretto, da via Maqueda, al mercato storico di Ballarò. Il suo nome si riferisce all'imponente palazzo composto da due vastissimi isolati, da esso congiunti, la cui totale facciata, in stile neoclassico, è lunga circa 65 metri: naturalmente vi sto parlando di palazzo Filangeri principi di Cutò. Fu voluto, nella seconda metà del Settecento, da Alessandro II Filangeri e Gravina principe di Cutò appartenente ad una nobile famiglia di origini normanne: i Filangeri (o Filingieri o Filangieri). Il ramo del principi di Cutò venne originato nel 1662, dalle nozze di Alessandro I Filangeri con Giulia Platamone e Sisini, figlia del primo principe di Cutò Francesco Platamone. Cutò è il nome di un torrente  che alimenta il fiume Simeto nella Sicilia orientale, in cui probabilmente la famiglia Platamone possedeva dei feudi, originariamente in