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                                                   IL CARITATEVOLE CULTO DELLA MADONNA DEGLI ANNEGATI                                                                                                      (MARIA ANNIATA) A volte si transita davanti ad un monumento senza conoscerne la storia e senza quindi rendersi conto di quanto possa essere antico, magari anche di diversi secoli. In via Rocco Pirri, nei paraggi della Stazione centrale, si innalza la chiesa di Maria SS. dei Naufraghi o di S. Maria "anniata" (degli annegati), come viene chiamata dai residenti.   La sua fondazione risale probabilmente a tempi precedenti al 1493 in cui il suo nome, originariamente "San Cristoforo", appare per la prima volta nel "rollo dei tonni": un catalogo nel quale si elencavano le chiese che beneficiavano di tonni dalle tonnare palermitane. Inizialmente appartenne alla famiglia Bisso che in seguito la diede in concessione all'Unione dei Birri (Ministri di Giustizia). N
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                                                                        QUANDO SI VUOLE DIMENTICARE A TUTTI I COSTI Acquerello di Lionel Arthur Lindsay (1874-1961) in cui è visibile il prospetto originario della chiesa su piazzetta Brunaccini TESTO DI ILY CONT in cui si racconta la sofferta storia di un edificio sacro di cui si vuole cancellare anche la memoria.  Nel piano di Casa Professa, di fronte all'attuale pronao di accesso alla Biblioteca Comunale, nel 1714 la nobildonna messinese Lucrezia Brunaccini dei principi di S. Teodoro decise di fondare un "Conservatorio" che, diversamente da quelli in cui riparavano donne "traviate" e poi convertite, "ree pentite" o "male maritate", accoglieva giovani di "onesta estrazione", per preservarle dal peccato e dal vizio; il reclusorio fu detto delle "Vergini della SS. Trinità", ma comunemente chiamato "Conservatorio Brunaccini" dal nome della fondatrice. Qui le giovani
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                                                              A PALERMO LA CHIESA SCONSACRATA DIVENUTA MOSCHEA Foto d'epoca tratta dal web della chiesa sconsacrata di S. Paolino dei giardinieri Passeggiando per i vicoli di Palermo ci si può imbattere inaspettatamente in una vera e propria moschea . Siamo in piazza del Gran Cancelliere, ad angolo con via del Celso, facilmente raggiungibile da via Vittorio Emanuele imboccando il vicolo del Gran Cancelliere accanto a palazzo Riso. Si tratta dell' ex chiesa di S. Paolino da Nola dei giardinieri (o degli ortolani) che già dal 1990 - dopo la concessione della Curia alla Regione Siciliana per volere dell'allora cardinale Salvatore Pappalardo - è divenuta moschea. Ma forse la sorpresa potrà durare soltanto alcuni istanti perché sappiamo bene come la nostra terra di Sicilia sia stata nei secoli luogo di integrazione fra le culture dei vari popoli che l'hanno attraversata, occupata o abitata. Nel nostro caso, forse più unico che
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SILENZIO! C'E' UNA NINFA CHE DORME NEL MUSEO DI PALAZZO AJUTAMICRISTO  Cortile del Secco (Zecca) alla Guilla - foto gentilmente concessa da Giuseppe Catanzaro Questa è una storia che va narrata sottovoce ed ascoltata in un silenzio quasi religioso. E' lei a chiederlo: la Ninfa dormiente, custode del sacro fonte. Una storia ormai precipitata nell'oblio della memoria collettiva che andremo a risvegliare delicatamente per non interrompere il suo sonno.  Dovremo portarci indietro di svariati secoli, fino al periodo rinascimentale; in cui iniziò ad andare in voga, partendo da Roma e diffondendosi in tutta Europa, la rappresentazione scultorea di una Ninfa giacente ai piedi di un fonte in diversi giardini.   Infatti le Ninfe, dee fanciulle della mitologia greca, per i Romani erano i numi tutelari delle fonti e ad ognuna di esse veniva assegnata una sorgente allo scopo di proteggerla.  Ben presto l'iconografia venne accompagnata da un componimento epigrafico inciso su pi
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                                   LE DISPOSIZIONI SETTECENTESCHE SULL'ANNOSO PROBLEMA "MUNNIZZA" A PALERMO   E' mattina presto, ma l'uomo con la sua merce usata esposta per la vendita è già attivo, seduto su una seggiola posta sul marciapiede di via Andrea Vesalio all'Albergheria. Proprio sotto la lapide affissa sulla parete laterale della chiesa di S. Francesco Saverio.  Mi vede trafficare per scattare alcune foto alla targa e mi guarda divertito. Alla fine mi interpella: - Fotografie? - Ed io rispondo: - Si, alla targa; lei sa cosa c'è scritto? - Mi fa cenno di diniego con la testa e non me ne meraviglio: in pochi sanno cosa intima quella lapide del 1760. Ma soprattutto cosa racconta. Ebbene, racconta che a Palermo il problema "munnizza" ha radici antiche e profonde. Tanto da sollecitare, nell'allora Deputazione delle strade, la necessità di pubblicare un'ordinanza per debellarlo. Ecco il testo della targa:  "Contestabile d'
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UN MISTERIOSO DIPINTO PER IL CALCOLO ANNUALE  DELLA  PASQUA DI RISURREZIONE  E I DIECI GIORNI SPARITI     DAL  CALENDARIO                                                                                                                                                Annualmente in primavera ricorre la solita domanda: ma in che giorno ricade Pasqua quest'anno?  Per accertarsene, basta controllare un qualsiasi calendario dell'anno corrente. Ma perché la festa cristiana della Pasqua di Risurrezione non ha un giorno stabilito sempre uguale?  Tutto risale a tanti secoli fa, nel 325, quando nella città turca di Nicea, per volontà dell'imperatore Costantino che lo presiedette, ebbe luogo il primo Concilio ecumenico della storia cristiana in cui si decretò la "Regola alessandrina", secondo la quale il giorno pasquale venne fissato successivamente all'equinozio di primavera, nella prima domenica seguente al primo plenilunio.  Avendo fissato l'equinozio primaverile a
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STUDER: A PALERMO UN MARCHIO AZIENDALE, SOGNO DI INTERE GENERAZIONI DI BAMBINI, CHE IL TEMPO NON E'                                                                                                                    RIUSCITO A SCONFIGGERE Quei giocattoli colorati scintillanti al sole, esposti nelle vetrine dei negozi Studer , erano il sogno di tutti noi bambini, specialmente durante il boom economico degli anni Cinquanta e Sessanta. E chi se le scorda le bambole della Furga o Petula, la bambola parlante della Ratti, che protestava: Mamma mamma la pipì! A volte è proprio l'accennato ricordo di un sogno infantile a risvegliare emozioni ed entusiasmo. Ho così conosciuto personalmente il Capitano dei Bersaglieri Gianni Studer : nell'occasione della ricorrenza del 2 di novembre di qualche anno fa, che fu per me lo spunto per la pubblicazione di una storica foto del negozio Studer di Via Napoli .  Eh già, perché tutti i giocattoli che ricevevo sia in quel giorno che in altri event